La sala riunioni di una grande azienda di comunicazione: tavolo immenso, sedie lussuose, schermo televisivo avveniristico, lampade alogene, sculture, quadri moderni. E’ un venerdì pomeriggio e mancano pochi minuti alle diciotto.


Eva Riedler, Martin Durrel e Fred Laugier, fra i massimi amministratori dell’azienda, attendono l’arrivo del Presidente per una riunione ai massimi livelli al termine della quale una persona fra i tre verrà nominata Presidente Associato.


Fibrillazione, preparazione di discorsi di ringraziamento, caustici scambi di battute riempiono il tempo di un attesa che non si concluderà con l’arrivo del leader del gruppo societario.


Ecco allora l’ingresso nella sala di un personaggio inaspettato: è François Libert, genio della creazione pubblicitaria, un tempo amico dei tre convenuti, licenziato

dal Presidente su consiglio ed istigazione di Eva, Martin e Fred a causa della profonda depressione della quale era divenuto preda con pericolose ricadute sul suo rendimento in azienda.


Il Presidente non è destinato ad arrivare, è a New York; la riunione, finta, è stata convocata ad arte da François per attirare i suoi veri amici in una trappola dalla quale difficilmente usciranno vivi.


Colui che ha subito il mobbing e la perdita del posto di lavoro ora, armato di legacci e pistole, chiede conto ai suoi ex colleghi dei loro comportamenti.


C’è molto tempo a disposizione, fino a Lunedì mattina nessuno entrerà più nel grande palazzo di vetro e François può agire indisturbato per consumare la sua vendetta.


Lascerà i suoi tre veri amici discutere in libertà fino a quando due di loro non si saranno accordati nell’indicare nel terzo il colpevole del suo licenziamento: i due testimoni avranno salva la vita, il colpevole morirà.


Il tempo messo a disposizione ai tre da François è quello scandito dallo scorrere della sabbia in una clessidra posta sul grande tavolo.


La futura memoria di quanto sta per accadere sarà garantita da una telecamera che François ha cura di posizionare per registrare gli incredibili discorsi e le rivelazioni che impegneranno Eva, Martin e Fred nel tentativo di salvarsi la pelle…





































“Un ingenuo ultimamente mi ha raccontato questo aneddoto. Aveva tre gentili collaboratori, amici di cui si fidava ciecamente.

Licenziato per oscure ragioni, qualche settimana dopo incontra i suoi tre amici durante una serata mondana. Cosa fanno i tre in questione, riconoscendo il loro collega licenziato? Cosa fanno? Ve lo dico io. Uno distoglie subito lo sguardo, l’altro abbozza un mezzo sorriso idiota e poi si mette a fissare furiosamente un punto indeterminato, infine la donna, perché c’è una donna nella faccenda, guarda l’uomo con freddezza, come se lui non esistesse, come se il suo sguardo attraversasse una superficie trasparente: come si guarda attraverso un vetro per contemplare un paesaggio da lontano. Nessun tratto del suo viso mostra una qualsiasi emozione, nessuna luce nel fondo glaciale dei suoi occhi tradisce il minimo turbamento. Sta guardando il nulla. Poi, improvvisamente, si anima, sorride, scherza, ributta quel nulla nell’oblio… per sempre.

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